Natural Remedies with Herbs
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Accoppiate pericolose farmaci-erbe


La questione di cui trattiamo riguarda l'interazione, che può essere nociva, di medicine normali (che magari state assumendo per una particolare terapia) e i principi attivi delle erbe, che il più delle volte sono gli stessi inclusi nei medicinali, per cui va moltiplicandosi il loro effetto.
Se ricorrete ai rimedi fitoterapici saltuariamente non avrete grossi problemi.
E comunque anche se ne fate un uso "leggero", nel senso che ne fate infusi, macerati eccetera...
Diciamo che il problema si pone per usi prolungati e con gli estratti secchi, le tinture madri, le erbe cinesi.
Fate comunque attenzione ( a partire dall'analizzare prima questo articolo) alle accoppiate micidiali, delle quali elenchiamo qui sotto le più pericolose:


Se assumete l'aspirina o altri anticoagulanti - NON usate il Ginkgo Biloba - perchè moltiplicherebbe l'effetto anticoagulante mettendovi a rischio di emorragie.

Se assumete anticoagulanti come la warfarina - NON usate spesso e ripetutamente l'aglio, NON usate il Dong Quai (angelica sinensis), NON usate il Danshen (salvia cinese) - perchè anche in questo caso rischiereste emorragie.

Se assumete corticosteroidi (cortisone) o diuretici - NON prendete la liquerizia - perchè provocherebbe ipertensione e, contro i diuretici, ritenzione idrica.

Se assumete cortisone, anticoagulanti, antidiabetici orali (come la clorpropamide o la metformina), o ormoni estrogeni (come quelli per curare i disturbi della menopausa) - NON usate il Ginseng - perchè, nel caso del cortisone, sortirebbe effetti troppo violenti, nel caso degli anticoagulanti porterebbe a rischio di trombosi, nel caso degli antidiabetici si avrebbero problemi con la glicemia, nel caso degli estrogeni ne potenzierebbe gli effetti.

Se assumete antidepressivi (come la fluoxetina o la paroxetina) - NON prendete l' iperico - perchè sortirebbe effetti troppo violenti. Nel caso di assunzione di ciclosporina con l' iperico si avrebbe l'effetto di rigetto.
Sono segnalate interazioni con indinavir, warfarin, digossina e teofillina. Da evitare anche nel caso si assumano anticoncezionali per via orale, i quali potrebbero perdere il loro effetto (sono riportati casi di ripresa del ciclo mestruale).

Se assumete antidepressivi - NON prendete l' Yohimbina - perchè produrrebbe ipertensione.


L'elenco delle interazioni nocive con i medicinali è molto più lungo, queste sono solo le accoppiate tra le più pericolose, per questo è sempre meglio parlare col medico della terapia fitoterapica che si vuole seguire.

Diuretico che purifica i reni e cura la gotta


Per farsi in casa un ottimo diuretico che non abbia effetti collaterali e non crei danno ai reni si può usare le foglie secche di betulla, facendole seccare all'ombra.
è un infuso che aumenta l'urinazione, e cura gotta e idropisia.

Infuso diuretico di betulla: 50 grammi di foglie secche di betulla, sminuzzate in un litro di acqua bollente.
Quando l'infuso è tiepido, si aggiunge la punta di un cucchiaio di bicarbonato di sodio che favorisce l'estrazione dei principi attivi della betulla.

Rimedio per il gonfiore di stomaco


Uno dei rimedi classici per il gonfiore dello stomaco è l'infuso di semi di finocchio.
Si fa bollire un cucchiaio di semi in una tazza d'acqua, si filtra e si beve tutti i giorni dopo i pasti.
Sarà sufficiente berlo per una settimana.

Digestivo e aperitivo portentoso con la genziana


La genziana gialla, che NON è quella dai bei fiori azzurri, è un'erba perenne alta un metro, col fusto verde e eretto.
I fiori sono gialli e crescono intorno alla sommità a mazzetti e sbocciano tra giugno e agosto, fruttifica a settembre. Cresce su terreni calcarei, in collina e montagna.
Si coglie in autunno e primavera e se ne usa soprattutto la radice, lunga fino a 60 cm e gialla al suo interno.
La radice non va lavata e si fa seccare al sole dopo averla solo strofinata per togliere la terra, divisa in pezzi e legata a mazzetti.
Si conserva poi in barattoli chiusi ermeticamente in luoghi asciutti, perchè la genziana con l'acqua e l'umidità si comporta un po' come il sale, assorbe moltissimo.
Ha poderose proprietà eupeptiche (digestive) e di stimolo dell'appetito, quindi è ottimo, come macerato, da bere come aperitivo o digestivo dopo i pasti.

Infuso (macerato) aperitivo e digestivo: in un bicchiere di acqua fredda, lasciate tutta la notte 5 grammi di radice di genziana. Il mattino dopo sarà pronto e potrete sorseggiarlo durante la giornata.

Sicuramente questa bevanda avrà un sapore amarissimo, e forse qualcuno preferirà questo
vino amaro: 30 grammi di radice, 60 grammi di alcool, 60 grammi di vino riposti in un recipiente di vetro. Dopo 24 ore si aggiunga un litro di vino bianco o rosso, e si lasci macerare per 10 giorni agitando ogni tanto. Si filtri e si metta in bottiglia.
Si beve un bicchierino prima dei pasti come aperitivo e dopo i pasti come digestivo.


foto di anisn.it

Aglio antibiotico naturale


Dopo pasti troppo abbondanti, per il senso di pesantezza o la nausea un rimedio è masticare alcuni pezzetti di aglio. L'effetto è assicurato, ma chiaramente l'odore in bocca resterà per alcune ore.

L'aglio è poi un potente antibiotico naturale: i principi dell'aglio disattivano i virus e lasciano intatti i batteri utili all'organismo, infatti è molto utile a prevenire e curare i primi sintomi influenzali, di raffreddore o mal di gola.

Contro il gonfiore e il dolore delle punture di insetti, e anche come preventivo alle punture, strofinare l'aglio sulla pelle.
Strofinato ripetutamente permette anche una rapida guarigione e cicatrizzazione di foruncoli e ferite.

La malva elimina i grassi


Oltre a tutte le sue proprietà e applicazioni terapeutiche principalmente disinfiammanti, la malva può essere usata in cucina, mangiate le foglie come spinaci, o nelle insalate, o nelle frittate.

E per la linea, la malva elimina i grassi: per esempio se ne fate un decotto, con una manciata di foglie fresche fatte bollire per 5 minuti, e bevuto a digiuno.

La menta riattiva la mente


La menta può essere usata con soddisfazione in cucina, nelle frittate, con le zucchine fritte, nelle salse, nel tè.
Uno dei suoi effetti è quello di "riattivare" il cervello, ma non è un eccitante.
Essiccata e ridotta in polvere può essere fiutata per curare il raffreddore.

Sgonfiarsi con il sedano di monte: ricetta


Il sedano di monte è un potente sgonfiante, più efficace del sedano comune. Le sue radici sono dimagranti.

Infuso "sgonfiante": una manciata di foglie di sedano in 1 litro di acqua bollente per 20 minuti.
Se ne prende 1 tazza prima dei pasti principali e una di mattina a digiuno.

Un depurativo comune


Il comune romice dei prati, l' acetosa, cura la pelle, depura, rimineralizza; se ne usa radici, foglie e steli.
Si può usare le foglie per condire gli alimenti, come le carni, il pesce, pomodori, lenticchie, uova, patate...
Non cucinatela dentro pentole di ferro.
L'acetosa è CONTROINDICATA a chi soffre di gotta, artrite e reumatismi.

Infuso per curare l'acne: 20 grammi di foglie fresche in un litro di acqua bollente per 10 minuti, berne una tazza al mattino e una alla sera.

Brodo per la febbre: in un litro e mezzo di acqua fare bollire 40 grammi di foglie di acetosa appena spuntate, 20 grammi di lattuga e di porri, 10 di spinaci, bieta.
Si aggiunga un pizzico di sale e 20 grammi di burro a freddo.
Ricetta rinascimentale.


foto di Marinella Zepigi

Guida alla tossicità di alcune erbe officinali


Anche le erbe officinali, malgrado sussista il luogo comune per cui naturale è uguale a sicuro, hanno i loro effetti collaterali e la loro tossicità. Soprattutto si deve porre attenzione alla interazione con farmaci che si assumono parallelamente, e si deve tenere conto dell'azione sulle eventuali patologie del paziente, per cui un'erba può sì risolvere un disturbo, ma può contemporaneamente creare complicazioni su un altro "versante".
I pazienti allergici all’aspirina, ad esempio, non devono assumere composti a base di Salice, Pioppo o Betulla, proprio per la presenza di acido acetilsalicilico.
Quindi consultate prima il medico sull'idoneità di una cura fitoterapica in relazione alle vostre patologie, e se proprio non avete modo di farlo, tenete sempre d'occhio le indicazioni generiche della seguente guida, prima di assumere una ricetta che vi sembra faccia al caso vostro.

Passiamo ad esaminare le controindicazioni conosciute delle piante medicinali più diffuse.


L’ACETOSA e l’ACETOSELLA sono sconsigliate a chi soffre di disturbi gastrici e patologie epatiche, a causa del loro contenuto in ossalato di calcio; sono anche sconsigliate a chi soffre di nefrolitiasi da ossalato di calcio.
L'ACHILLEA potrebbe scatenare reazioni allergiche in soggetti sensibili alle Composite; potrebbe, se usata eccessivamente, provocare reazioni cutanee dovute ai raggi solari. È controindicata nei bambini al di sotto dei due anni.
I preparati a base di AGLIO dovrebbero essere usati con cautela nei soggetti con gastrite o che hanno altra forma di irritazione o infiammazione gastrointestinale: i composti disulfidrici contenuti in esso sono potenzialmente irritanti per la mucosa.
È bene non usarlo prima di un intervento chirurgico, a causa della sua attività
antiaggregante piastrinica. Poiché ha causato reazioni allergiche (come dermatite da contatto, orticaria, ecc…), è sconsigliato nei soggetti allergici, ed è inoltre sconsigliato negli anemici e negli ipotiroidei.
L’ALLORO può causare allergie o dermatiti da contatto in cuochi, dentisti e operatori del settore farmaceutico.
L’ALOE VERA può provocare dermatite acuta nei soggetti ipersensibili, se usato per via topica. È controindicata nel bambino sotto i 12 anni d’età, nella diverticolosi, nei pazienti con occlusione o subocclusione intestinale, in pazienti affetti da emorroidi o fistole perianali e nelle pazienti portatrici di infiammazioni degli organi del piccolo bacino.
L'ANGELICA è sconsigliata durante l’esposizione al sole (per via del contenuto in furocumarine) ed è controindicata pure in persone affette da disturbi gastrici, ulcerosi e diabetici.
L'ANICE, pur se solitamente ben tollerato, può talvolta portare a reazioni allergiche respiratorie e gastrointestinali; è controindicato nei soggetti sensibili all’anetolo.
L’olio essenziale dell’ARANCIO AMARO, essenza di Neroli, è fototossico e l’olio distillato può sviluppare dermatiti o aumentare la fotosensibilità in soggetti molto sensibili.
L'ARNICA è controindicata per l’uso esterno se la cute non è perfettamente integra, in quanto piccole lesioni possono far assorbire l’arnicina e far insorgere nausea, vomito, diarrea e allucinazioni.
L’ARTIGLIO DEL DIAVOLO è controindicato nei soggetti affetti da ulcera gastrica e duodenale e dai casi di litiasi biliare, perché causa nausea e pirosi gastrica.
L’ ASPARAGOè controindicato in caso di glomerulonefrite, insufficienza renale e litiasi renale.
L’ASSA FETIDA non dovrebbe essere somministrata ai bambini, perché ha causato un caso di metaemoglobinemia in un neonato, la cui madre aveva assunto tale composto per curare una colica.
L’AVENA può causare reazioni allergiche, e non può essere assunta in caso di intolleranza al glutine. È sconsigliata nell’ipertiroidismo.
Il BALSAMO DEL PERù può causare dermatiti.
Il BASILICO è sconsigliato negli ipertesi, poiché può aumentare la pressione arteriosa e nei bambini.
Il BERGAMOTTO può creare reazioni di fotosensibilizzazione ed è sconsigliato nell’esposizione al sole.
La BETULLA è sconsigliata negli edemi dovuti ad insufficienza cardiaca o renale per via della sua attività diuretica.
Il BIANCOSPINO va usato con prudenza nei soggetti con bradicardia, blocchi seno-atriali o atrio-ventricolari.
Il BOLDO è sconsigliato in presenza di patologie renali o gravi problemi epatici ed in caso di occlusione delle vie biliari.
L’olio di BORRAGINE non dovrebbe essere usato in pazienti epilettici o con sindromi dissociative.
La CAMOMILLA va sconsigliata nelle persone che presentano ipersensibilità alle piante della famiglia delle Composite. Potrebbe anche scatenare allergie in soggetti asmatici e non va usata nei neonati. Sono possibili dermatiti da contatto. L’olio essenziale derivante dalla Camomilla può scatenare effetti citotossici, irritanti e sensibilizzanti.
La CAPPUCCINA è sconsigliata nei bambini, nei sofferenti di gastriti ed ulcere (anche intestinali) e nelle patologie del rene.
Il CARCIOFO è sconsigliato in soggetti con litiasi biliare, l’assunzione può scatenare dermatiti allergiche da contatto.
La CARDIACA è sconsigliata l’uso ai soggetti ipotesi e ipertiroidei.
Il CARDO MARIANO per la presenza di tiramina si sconsiglia l’uso agli ipertesi.
Può provocare insonnia, da evitare L’assunzione serale. Somministrare con cautela in soggetti affetti da calcolosi biliare ed ostruzione delle vie biliari.
La CAROTA, per la presenza di psoraleni può causare reazioni fototossiche. Può alterare la pressione arteriosa.
La CASCARA, e le altre droghe ad antrachinoni, (il Rabarbaro, la Senna, la Frangola, ecc…) è controindicata nei bambini al di sotto dei 10 anni, nella diverticolosi intestinale, in pazienti con occlusione intestinale, in soggetti affetti da emorroidi e fistole perianali, nelle donne soggette ad infiammazioni degli organi del piccolo bacino. I preparati a base di Cascara sono controindicati nei casi di tutte le infiammazioni dell’intestino (colite ulcerosa, appendicite, ecc…) e nei dolori
addominali di origine sconosciuta. Sono sconsigliati assunzioni a lungo termine per non peggiorare l’atonia intestinale.
La DENTELLA, si sospetta che possa causare fotosensibilizzazione, sconsigliata nei bambini al di sotto dei 2 anni. L’applicazione topica può causare dermatiti o allergie da contatto. Può stimolare la funzionalità della tiroide, va somministrata con prudenza a pazienti affetti da ipertiroidismo. A dosi elevate, causa cefalea.
La CHINA, somministrata in eccesso, causa cefalea, dolori addominali, sordità, nausea, vomito, disturbi visivi. Non va somministrata in soggetti affetti da gastriti, ulcere o con turbe della coagulazione o del ritmo cardiaco (per via dell’attività della chinidina).
I CHIODI DI GAROFANO, l’olio essenziale è sconsigliato nelle applicazioni cutanee, somministrare con cautela in soggetti che presentano problemi di coagulazione.
La CIMICIFUGA RACEMOSA, la somministrazione eccessiva causa nausea, vomito e vertigini. Ha un’azione simil-digitalica, pertanto, può essere pericolosa in soggetti che soffre di patologie cardiache ed è sottoposta a trattamenti con digitalici e atropina.
La CIPOLLA, in particolare l’assunzione di bulbi, provoca irritazione per la presenza dell’acido propenilsulfenico. L’essenza ha un’azione antitiroidea ed è sconsigliata agli ipocloridrici.
La COLA ha tossicità è legata soprattutto alla presenza di caffeina. Va somministrata con prudenza ed è sconsigliata negli ipertesi ed in chi soffre di ulcera peptica.
La CURCUMA, proprio in virtù della sua azione coleretica e colagoga è sconsigliato l’uso in soggetti sofferenti di litiasi biliare od ostruzione delle vie biliari.
Inoltre, preparati a base di Curcuma, possono esacerbare i sintomi della malattia, in alcuni soggetti colpiti da ulcera gastrointestinale o da ipersecrezione gastrica.
La DROSERA va somministrata con cautela nei bambini. Poiché dosi elevate provocano infiammazioni della mucosa gastrica, è sconsigliata in chi ha l’ulcera o altre patologie gastriche.
GARCINIA (Garcinia cambogia); fam.: Ipericaee.
Effetti indesiderati e controindicazioni – non assumere in gravidanza.
GENZIANA MAGGIORE (Gentiana lutea); fam.: Genzianacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Controindicata nei gastrici, ulcerosi e negli ipertesi. Da non prescrivere in gravidanza e allattamento.
GINEPRO (Juniperus communis); fam.: Cupressacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Va adoperato con cautela nei pazienti sofferenti di patologie renali e gastrointestinali; l’olio essenziale, che può anche provocare ematuria, se applicato sulla pelle, ha un effetto vescicatorio.
Non va somministrato in gravidanza in quanto può provocare aborto.
GINKGO BILOBA (Ginkgo biloba); fam.: Ginkgoacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’ingestione dei frutti può provocare infiammazioni delle mucose; dosi eccessive della pianta provocano dermatiti, cefalea, vomito e diarrea. Riduce il tempo di coagulazione, attenzione va posta al contemporaneo uso di anticoagulanti, può potenziarne gli effetti. Particolarmente pericolosa può risultare l’associazione tra aspirina e ginkgo, in quanto quest’ultimo ha tra i suoi componenti attivi il ginkolide B, un potente inibitore del PAF (Platelet-Activating Factor). È, però, da tener presente che tali complicanze emorragiche possono insorgere anche in seguito a una breve somministrazione di ginkgo, e che tale rischio aumenta con la contemporanea assunzione di aspirina, un altro potente antiaggregante piastrinico.
GINSENG (Panax ginseng); fam.: Araliacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Potrebbe potenziare l’azione degli IMAO. Il ginseng è controindicato negli stati emorragici, nelle fasi acute della trombosi coronarica. Il ginseng, inoltre, non andrebbe somministrato agli isterici, ansiosi e in tutti coloro che prendono eccitanti, farmaci antipsicotici e ormoni. È controindicato in ipertesi; in caso di somministrazione prolungata si possono avere effetti indesiderati che sono simili a quelli di una elevata dose di corticosteroidi. L’abuso provoca numerosi disturbi: insonnia, tremore, cefalea, prurito, palpitazioni cardiache; si ricordi la sindrome da abuso di ginseng. Sconsigliato in gravidanza.
GUAJACO (Guaiaco officinale); fam.: Zygophyllacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Sconsigliato in gravidanza e allattamento e in tutte quelle persone che presentano una storia di allergie. La resina della pianta può causare dermatiti da contatto.
GUARANÀ (Paullinia cupana); fam.: Sapindacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Viene sconsigliata in pazienti sofferenti di ipertensione, patologie cardiovascolari.
In virtù del suo contenuto in caffeina, va somministrata con prudenza; sconsigliata negli ipertesi, gastrici e sofferenti di ulcera peptica. Attenzione alla contemporanea assunzione di caffè, tè, farmaci contenenti caffeina.
Le droghe contenenti caffeina possono provocare, in lunghe somministrazioni, in gravidanza, malformazioni fetali.
GUGUL (Commiphora mukul); fam.: Burseraceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Assumere con cautela in soggetti in terapia con anticoagulanti e con disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche. Il gugul può ridurre la concentrazione plasmatica di farmaci quali il propanololo ed il diltiazem. Non assumere in gravidanza.
GYMNEMA (Gymnema silvestre); fam.: Asclepiadacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in soggetti diabetici in cura con antidiabetici orali. Non assumere in gravidanza
IDRASTE (Hydrastis canadensis); fam.: Berberidacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Contiene berberidina, e assieme ad altre piante, quale ad esempio il Berberis vulgaris, è sospetta di essere notevolmente epatotossica. È sconsigliata in gravidanza, negli ipertesi e nei sofferenti di patologie cardiocircolatorie.
IPECACUANA (Cephaelis ipecacuanha); fam.: Rubiacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Il sovradosaggio delle normali preparazioni della pianta provoca vomito irrefrenabile e diarrea; segue uno shock che in alcuni casi può condurre alla morte. È una pianta da utilizzare con grande prudenza, per il suo contenuto in emetina. Da non prescrivere ai bambini, in gravidanza e ai pazienti con patologie cardiovascolari.
IPERICO (Hypericum perforatum); fam.: Ipericacee.
Effetti indesiderati econtroindicazioni - Controindicato nei depressi cronici e nei bipolari; l’ipericina contenuta nella
pianta può essere fotosensibilizzante. L’iperico, per la sua azione simile agli IMAO (Inibitori delle
Monoaminossidasi), farmaci adoperati nella cura della depressione, non andrebbe associato ad alimenti contenen-
Aspetti Tossicologici delle Piante Officinali II°° parte ( R. Carbone )
ti tiramina, e anche con il cardo mariano.
IPPOCASTANO (Aesculus hippocastanum); fam.: Ippocastanacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Possibile interferenza con le cumarine, potrebbe aumentare l’effetto degli anticoagulanti. Da utilizzare con grande prudenza nell’uso interno, sconsigliato in caso di insufficienza renale.
L’intossicazione da ippocastano si manifesta con sintomatologia gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea). In seguito può comparire una sindrome emorragica di difficile trattamento. Sconsigliato in gravidanza e allattamento.
ISPAGHUL (Plantago ovata ); fam.: Lamiacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - È una pianta che va presa con molta acqua o altri liquidi, aumenta il contenuto intestinale e stimola la peristalsi; non va somministrata in pazienti sofferenti di patologie intestinali.
L’ingestione di semi secchi può causare irritazione gastrointestinale, stipsi e ostruzione meccanica. La polvere di
ispaghul è un allergene respiratorio e può provocare, sia pur raramente in seguito all’ingestione di semi, shock anafilattico.
KAWA KAWA (Piper methysticum); fam.: Piperacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Sconsigliata la guida di autoveicoli, in particolare di quelli pesanti, che richiedono una grande attenzione, se si è sotto l’effetto della kava-kava. Non va somministrata in gravidanza e allattamento, e in presenza di stati depressivi. Sconsigliato l’uso prolungato in quanto potrebbe insorgere depigmentazione dei capelli, pelle e unghie. Va tenuto presente che l’uso di questa pianta potrebbe incrementare gli effetti dell’alcol, dei barbiturici e di altre sostanze psicofarmacologiche. È anche possibile la comparsa di dilatazione della pupilla e disturbi della coordinazione tra visione e movimento.
LAVANDA (Lavandula officinalis); fam.: Labiate.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Elevati dosaggi possono provocare sonnolenza.
LIQUIRIZIA (Glycyrrhiza glabra); fam.: Papilionacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - La glicirrizina e la glicerritina contenuti nella pianta hanno degli effetti mineral-corticoidi. La liquirizia non va assunta ad alti dosaggi e per molto tempo in quanto può provocare un aumento della pressione arteriosa, edemi, ipokaliemia e iponatriemia, disturbi cardiaci. Particolare attenzione va posta all’uso contemporaneo di liquirizia e farmaci a base di digossina. È preferibile non somministrarla ai diabetici, agli ipertesi, ai pazienti con insufficienza renale, cirrosi epatica, epatopatie colestatiche, e in dosi eccessive in gravidanza e allattamento.
LUPPOLO (Humulus luppulus); fam.: Cannabinacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non andrebbe somministrato in gravidanza e negli epilettici; dosaggi elevati inducono nausea, cefalea e vertigini. Per il contenuto di sostanze estrigeniche potrebbe diminuire la libido. Si segnalano fenomeni allergici respiratori in seguito alla manipolazione dei fiori riuniti in coni. Il luppolo non dovrebbe essere somministrato nei sofferenti di patologie depressive. Evitare la contemporanea assunzione di alcol e farmaci
ad azione sedativa. Non somministrare in gravidanza e allattamento.
MAGGIORANA (Origanum majorana); fam.: Lamiacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’olio essenziale è sconsigliato in gravidanza. Ad alte dosi può provocare ematuria.
MAIS (Zea mais); fam.: Poacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’abuso e una terapia protratta possono provocare una sintomatologia gastrointestinale (vomito e diarrea). Potrebbe interferire con una contemporanea terapia ipoglicemizzante.
Vengono segnalate reazioni allergiche, comprese dermatiti da contatto e orticaria. Evitare un uso eccessivo in gravidanza e allattamento.
MARRUBIO (Marrubium vulgare); fam.: Labiate.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Il succo della pianta potrebbe causare dermatiti. Controindicato in gravidanza ed evitare un uso eccessivo nell’allattamento.
MELALEUCA (Melaleuca alternifolia); fam.: Myrtacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Viene riportato un caso di intossicazione in un ragazzo di diciassette anni che aveva ingerito circa 10 ml. di olio essenziale e che aveva manifestato atassia e sopore.
MELILOTO (Melilotus officinalis); fam.: Fabacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non va somministrato in pazienti che presentino disturbi della coagulazione sanguigna, in chi prende antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti quali, a esempio, il Warfarin. Un uso prolungato può dar luogo a fenomeni epatotossici; sono anche possibili disturbi gastrointestinali.
MELISSA (Melissa officinalis); fam.: Labiate.
Effetti indesiderati e controindicazioni - È fortemente sospettata, in seguito a lunghe somministrazioni di dosi elevate, di avere un’attività antitiroidea, mediante l’inibizione della secrezione del TSH (ormone tiroideo), a opera, con tutta probabilità, dell’acido rosmarinico che contiene. L’acido rosmarinico è anche presente in altre piante come, a esempio, il rosmarino. Sconsigliata l’assunzione di olio essenziale, due grammi di questo provocano ipotensione, bradicardia, diminuzione della respirazione, torpore e sonno.
MENTA (Mentha piperita); fam.: Labiate.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Sconsigliata nei bambini; l’olio essenziale può essere irritante e causare reazioni allergiche. Somministrato in dosi elevate, alla sera, induce disturbi del sonno, interferisce, ostacolandone l’azione, con i farmaci omeopatici, ed è controindicato nell’allattamento. Dolori muscolari ricorrenti sono stati attribuiti all’uso interno di olio essenziale; bradicardia è stata riportata in persone che fumavano sigarette al mentolo, mentre un eccessivo consumo di dolci aromatizzati alla menta ha causato fibrillazione. Controindicata nella litiasi biliare.
MIRTILLO NERO (Vaccinium myrtillus); fam.: Ericacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’uso prolungato e l’abuso di prescrizioni terapeutiche a base di foglie possono provocare ittero e formazione di metaemoglobina.
MIRTILLO ROSSO (Vaccinium vitis-idaea); fam.: Ericacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Attenzione ai dosaggi elevati, è possibile l’insorgenza di ittero.
NIAOULI (Melaleuca viridiflora); fam.: Myrtacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’olio essenziale va evitato nell’uso esterno nei bambini. Per via orale l’olio essenziale può aumentare l’efficacia di alcuni farmaci se somministrati contemporaneamente.
OENOTHERA (Oenothera biennis); fam.: Onagracee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’olio potrebbe far manifestare un’epilessia temporale non diagnosticata.
Occasionalmente vengono segnalati effetti indesiderati a livello gastro-intestinale, cefalea. La si sconsiglia in pazienti sofferenti di epilessia temporale e in quelli trattati con fenotiazine.
ORTICA (Urtica dioica); fam.: Urticaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Gli infusi possono provocare irritazione a livello gastrico, è possibile inoltre l’insorgenza di prurito cutaneo, edema e oliguria. Possibile interferenza con una concomitante terapia ipotensiva, antidiabetica; è inoltre ipotizzabile un potenziamento di farmaci ad azione depressiva su SNC. Viene sconsigliata nei sofferenti di insufficienza renale, in gravidanza e non dovrebbe essere adoperata, in dosi eccessive, nell’allattamento.
PAPAYA (Carica papaya); fam.: Caricaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Il lattice fresco, se viene a contatto con gli occhi, può causare infiammazioni; a contatto con la pelle può dare fenomeni irritativi e dermatiti.
PARIETARIA (Parietaria officinalis); fam.: Urticaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Reazioni asmatiche e riniti allergiche (febbre da fieno).
PASSIFLORA (Passiflora incarnata); fam.: Passifloraceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Dosi eccessive della pianta potrebbero potenziare l’azione degli IMAO, dei farmaci antiipertensivi. Sconsigliata in gravidanza, il sovradosaggio può provocare cefalea.
PEPERONCINO (Capsicum annuum); fam.: Solanacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Vengono segnalati casi di dermatite da contatto con la paprika; l’uso esterno e prolungato, sotto forma di pomata, potrebbe provocare oltre a dermatiti anche vescicole e ulcere. È consigliabile non abusare del peperoncino per via interna poiché, in forti dosi, può essere dannosa per i reni e provocare gastriti, infiammazioni del colon e stitichezza. Possibili interferenze con IMAO.
PIANTAGGINE (Plantago major); fam.: Plantaginacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Possibili dermatiti allergiche da contatto; dosi elevate hanno azione lassativa, è possibile inoltre un effetto ipotensivo. Evitare l’abuso in gravidanza.
PINO (Pinus sylvestris); fam.: Pinacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’olio essenziale non dovrebbe essere applicato in pazienti che abbiano una storia di allergie cutanee. È possibile l’insorgenza di crisi convulsive.
PREZZEMOLO (Petroselinum sativum); fam.: Apiacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - È tossica la pianta intera e i semi; l’intossicazione si manifesta con emolisi, danno epato-renale, emorragie profuse (ipotensione, collasso, coma). È un veleno emolitico; con danno epaticorenale e neuro-tossico, poiché l’apiolo agisce con i lipidi di membrana determinando, per azione sui globuli rossi, emolisi. Il veleno agisce sugli epatociti determinando degenerazione grassa del fegato, sulle cellule renali con necrosi, e anche sulle cellule nervose provocando degenerazione delle corna anteriori e demielinizzazione dei nervi
periferici. Il quadro tossicologico è quindi caratterizzato da una sindrome emolitica e discoagulativa con danno epato-renale e neuro-tossico. Il normale uso del prezzemolo nelle preparazioni alimentari non provoca alcun problema.
PROPOLI
Effetti indesiderati e controindicazioni - Si sono verificate alcune importanti reazioni allergiche (crisi asmatiche acute, eritema, edema) alla Propoli, un prodotto elaborato dalle api contenente molte resine ed oli essenziali, frequentemente utilizzato contro infiammazioni delle alte vie aeree e disturbi di tipo influenzale.
Le proprietà allergizzanti della Propoli sono ampiamente riportate in letteratura (Callejo et al., 2001; Lombardi et al., 2003), il prodotto è quindi assolutamente controindicato nei soggetti allergici. Quello che sorprende è l’ampia commercializzazione sotto forma di spray per le vie respiratorie di prodotti a base di propoli spesso con una specifica indicazione d’uso per l’età pediatrica, una popolazione nella quale le patologie allergiche stanno diventando un problema molto serio.
QUERCIA MARINA (Fucus vesiculosus); fam.: Fucacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Può aggravare una preesistente acne; è stata inoltre associata a eruzioni acneiformi, va evitata negli ipertiroidei.
RABARBARO (Rheum officinale, Rheum palmatum); fam.: Polygonacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Oltre a contenere antrachinoni, il rabarbaro, come l’acetosa, l’acetosella e gli spinaci, contiene ossalati (nel rizoma e nelle foglie) sotto forma di ossalato acido do potassio e di calcio. Vedi droghe antrachinoniche.
RAFANO (Armoracia rusticana); fam.: Crucifere.
Effetti indesiderati e controindicazioni - L’eccessivo uso può provocare vomito e reazioni allergiche. Il rafano non andrebbe somministrato in pazienti affetti da gastrite e ulcera, e nei sofferenti di patologie tiroidee. Da non prescrivere in gravidanza e allattamento. Sconsigliato l’uso dell’olio essenziale.
ROSMARINO (Rosmarinus officinalis); fam.: Labiate.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Un uso eccessivo può provocare convulsioni e aborto nelle donne gravide.
L’olio essenziale va adoperato con grande cautela, è convulsivante ad alti dosaggi, è fototossico; potrebbe causare in individui ipersensibili, dermatiti ed eritemi.
RUSCO (Ruscus aculeatus); fam.: Liliacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non andrebbe somministrato in ipertesi; il sovradosaggio si manifesta con una sintomatologia gastrointestinale (vomito e diarrea).
RUTA (Ruta graveolens); fam.: Rutacee.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Abortiva a dosaggi elevati; la sintomatologia so manifesta con dolori gastrointestinali, emorragie uterine e sensibilizzazione cutanea.
SALICE (Salix alba); fam.: Salicaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza e nei disturbi del tratto gastrointestinale, come ad esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi, diverticolite. Non assumere in caso di allergia all’acido acetilsalicilico (aspirina). Non assumere in caso di terapie concomitanti con antiaggreganti
Note: l’azione della salicilina è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e standardizzati in salicilina al 15% al dosaggio di 60-120 mg/die
SERNOA (Serenoa repens); fam.: Salicaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Avvertenze: Non assumere in gravidanza
SILLIMARINA (fitocomplesso di flavolignani estratti dal Cardo Mariano – Silybum marianum)
Effetti indesiderati e controindicazioni - Il prodotto, disponibile anche in specialità medicinali, è utilizzato come epatoprotettore ed è abitualmente molto ben tollerato. Piuttosto singolare è apparso un episodio di tachiaritmia ed ipertensione arteriosa da Silimarina, verificato anche con rechallange (galenico a base di Silimarina). Il caso probabilmente è da ricondursi a idiosincrasia ed è interessante per la reazione non riportata in letteratura. La segnalazione è pervenuta da parte del medico ospedaliero.
SOJA (Glycine soja); fam.: Fabaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza, possibile interazione con terapie ormonali sostitutive in menopausa.
TARASSACO (Taraxacum officinale); fam.: Asteraceae (Composite).
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza.
THE VERDE (Camelia sinensis) fam.: Theaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza.
UNCARIA (Uncaria tormentosa) fam.: Rubiaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza.
UVA URSINA (Arctostaphylos uva ursi) fam.: Ericaeae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza ed in soggetti con ulcere duodenali o gastriche.
VITE ROSSA (Vitis vinifera) fam.: Vitaceae.
Effetti indesiderati e controindicazioni - Non assumere in gravidanza



estratto dall'articolo di R.Carbone sulla rivista "Cahiers de Biotherapie" n°4 del 2006

Rimedio per un' urticata da ortiche


In caso di urticata da ortiche, un rimedio che potreste avere sottomano sono le foglie di spinaci selvatici (detto Paruk nelle valli bergamasche, e probabilmente anche altrove), che strofinati dalla parte farinosa della foglia, tolgono il dolore.

Digestivo alcolico alla menta piperita


50 grammi di foglie di mentuccia ben lavate (cresce nei prati, lungo le strade, negli orti, può stare in vaso), 250 grammi di zucchero, 1 litro di grappa. Mettete questi ingredienti per 20 giorni in una bottiglia scura, scuotetela ogni 1-2 giorni.
Si filtra e si beve come digestivo dopo i pasti.

Ingessare le costole incrinate


Con la resina di pino: si raccoglie da primavera a estate dai rami tagliati, o praticando un piccolo taglietto nella corteccia (piccolo, esagerando nel taglio il pino morirebbe) si lascia colare per qualche giorno, poi si raccoglie con un coltello e si mette in un contenitore, nel quale durerà anni.
In caso di costole o ossa incrinate, o anche in caso di infezioni da spine, si prende un poco di resina, si mette in un pentolino con poco vino, si fa fluidificare a fuoco lento e quando è liquida si versa su una pezza di lana. Si appoggia tiepida sulla parte e si fascia per tenerla ferma.
La resina si indurisce, assorbe il dolore, funziona da ingessatura permettendo il movimento, e, secondo la tradizione, si stacca da sola "quando il male se ne va". La pezza si butta via.

La resina serve anche come cerotto per il mal di schiena (sempre secondo la tradizione, la resina potrà spostarsi in su o in giù, ma la si lasci perchè "sta seguendo il dolore".

Intenzioni, propositi e diritto d'autore



L'impiego delle erbe e delle piante medicinali è soggetto nel tempo a mode, abitudini, stili di vita vorticosi e cangianti, e le tradizioni si perdono con una nonna che se ne va con il suo segreto di una tisana, una famiglia che abbandona i suoi costumi, un paese che si ammodernizza, e di colpo certe tradizioni, abitudini, alcuni tipi di erbe e le loro proprietà vengono dimenticate.
Spesso si tratta molto chiaramente di una medicina popolare che con difficoltà si difende con quelle poche ricette, le più sperimentate, dall'avanzare delle specialità farmaceutiche.
E le vecchie abitudini, perse un po' per volta, non sono sempre sostituite da nuove.
Le virtù delle piante si stanno dimenticando, ci si rinuncia anche nelle campagne più estranee alla vita di città..."..eppure la nonna quando stava male faceva così, quando mi guariva da piccolo faceva cosà....."
chi mette più delle erbe nelle scarpe o nel cappello? Chi oggi si fa più gli infusi di maggiorana per il mal di testa, o si cura la tosse con l'infuso di ortiche, o la pressione con il vischio? Il biancospino non cura più i calcoli, non calma più le palpitazioni.....ecc....
E invece guarda un po', può essere che proprio la pianticella che ho sul balcone possa avere al suo interno un principio attivo per il mio disturbo anche più efficace della scatoletta che andrei a comprare in farmacia, e che mia nonna conosceva bene e ha usato per una vita, ma io forse non ho avuto il tempo di ricordarmelo.
E allora facciamo una cosa, sfruttiamo il potere infinito della comunicazione del nostro secolo, e rimettiamo in pista la saggezza dei nostri antenati, così, chi vorrà, potrà riconoscere una vecchia usanza, o salvare dall'oblio un'antica abitudine della sua famiglia suggerendo una ricetta, un rimedio, che rientrerà rivestito a nuovo nella coscienza collettiva.

Così questo mini sito ha lo scopo di diffondere con tutte le sue forze la conoscenza popolare sul tema delle erbe officinali e dei rimedi della nostra tradizione.



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Un ottimo digestivo con genziana e salvia



Si fa macerare per 10 giorni in un litro di vino bianco 80 grammi di foglie di salvia e 20 grammi di radice di genziana. Filtrato, è un ottimo digestivo preso 1 bicchierino dopo i pasti.

Eritema solare risolto con il cetriolo


In caso di scottature, sbucciate un cetriolo maturo e frizionate la pelle scottata con la parte interna bianca della buccia, vi darà sollievo.

E il grande classico della cosmesi: spremete il cetriolo, raccogliete il succo e applicatelo con una garza sulla faccia, alla sera.
è una completa maschera di bellezza.

La malva allunga la vita


Foglie e fiori di malva hanno proprietà emollienti e addolcenti.
Ninon de Lenclos (visse nel '600), che fu celebre per la sua intatta bellezza che a 80 anni ancora attirava molti spasimanti, assicurava di dovere questo privilegio al fatto che assumesse tutte le sere una tisana di malva.
Un elisir contro l'invecchiamento?
In ogni caso la malva ha l'effetto di schiarire la carnagione.

Come curare la psoriasi


Non è una cosa semplice, e non è sufficiente prendere qualche medicina.
Anzi, già che trattiamo di questo tipo di malattia, il consiglio più sincero e potente che ti posso dare è di leggere con attenzione tutte le informazioni che trovi nel link nella sezione "Link amici", chiamato Nuova Medicina del dott. Hamer.
Forse lì troverai qualche risposta e illuminazione sulle possibili cause.... qui in questa sede invece trattiamo dei fastidiosi sintomi, che possono essere alleviati.

Sperando che dia risultati soddisfacenti, suggerisco di bere 3 o 4 tazze di tisana al giorno composta da un pizzico di camomilla, uno di gramigna e uno di salvia, lasciati in infusione per 5 minuti in tre quarti di litro di acqua bollente.
Lo stesso infuso può essere usato per fare compresse tiepide sulla pelle affetta dalla psoriasi.

Stimolare l'appetito del bambino


Il bimbo non vuole mangiare? Un metodo empirico che potete provare è questo: pestate dei fiori di camomilla finemente, insieme a zucchero in quantità pari alla metà del peso dei fiori.
Un cucchiaino di questa polvere sciolta in poca acqua dato al bambino prima di mangiare, gli farà da aperitivo e gli farà venire l'appetito.

Trattamento antistress


Nelle situazioni in cui avete accumulato molto stress e siete snervati, piuttosto che prendere un tranquillante che ha sicuramente i suoi effetti collaterali, provate a prepararvi con fiducia questa tisana calmante:

la miscela è composta da: 4 parti di foglie e fiori di arancio, 3 parti di passiflora, 1,5 parti di fiori di tiglio, 1 parte di fiori di camomilla, mezza parte di semi di finocchio e mezza di radici di valeriana.
Conservate queste erbe, dopo averle acquistate o raccolte, in una scatola di legno o barattolo di vetro opaco.
Versate 2 cucchiaini della miscela in una tazza di acqua bollente, coprite e lasciate riposare per 5 minuti.
Si consiglia di assumere l'infuso un tazza 2 volte al giorno, la mattina a digiuno e la sera prima di addormentarsi.

E poi potete, per 2 volte la settimana, fare un bagno con l'aggiunta di un decotto di fiori di tiglio (bollire un pugno di foglie e fiori di tiglio in un litro di acqua per 10 minuti), il quale infatti agisce sulle terminazioni nervose cutanee e fa anche scomparire le rughe.

Punti neri ed eccessiva sudorazione, rimedi con la salvia


Della salvia si è parlato molto, per i disturbi di fegato, intestino e stomaco, per le infiammazioni della gola, denti e gengive (per uso esterno con i gargarismi).

E come rimedio estetico è utile per il viso (applicata in forma di infuso), in caso di pelle asfittica e di punti neri.
Molto rinfrescante, deodorante e moderatore dell'eccessiva traspirazione il bagno di salvia.

Parentesi, in caso di punture di insetti basta strofinare una foglia per avere sollievo.

Contro la peluria sul viso un metodo con la celidonia


La celidonia viene anche chiamata erba porraia, questo perchè è ben noto che il succo giallo che esce dal suo fusto è un ottimo rimedio contro porri e verruche.

Ma qui trattiamo la cosa dal punto di vista cosmetico, ovvero come usarla contro la peluria del viso:
si spalma il succo fresco sul viso e si lascia in azione per alcune ore, poi si sciacqua abbondantemente con acqua tiepida e si cosparge la pelle con talco all'amido di riso o con olio di iperico e camonilla.

La calendula per i segni e le malattie della pelle


La calendula è una grossa margheritona che cresce nei campi, e in fitoterapia se ne usa tutto, fiori, foglie, stelo, ma è efficace solo quando è fresca.
è nota da sempre per le sue proprietà astringenti, sudorifere, diuretiche, e recentemente le vengono attribuite azioni anche in casi di alcune gravi malattie.
Spesso risolve malattie della pelle, per uso esterno, su cui antibiotici e cortisonici non hanno effetto. è in grado di risolvere ulcerette della pelle e verruche.

A livello cosmetico, l'applicazione di succo di calendula fresca sulle mani le rende vellutate e cancella le macchie senili. L'olio invece, usato tutte le sere, sistema le screpolature.

Il bagno fatto con fiori di calendula è idratante.

Menopausa e irritazioni della pelle, usa il millefoglie


Contro le mestruazioni irregolari, le perdite bianche dell'età dello sviluppo, e soprattutto i disturbi della menopausa come nervosismo e malumore, è utilissimo bere la tisana di millefoglio (achillea), fatta con i fiori secchi o freschi, raccolti in pieno sole (aumenta la quantità di olio essenziale).

Il bagno di millefoglie, magari unito a melissa e tiglio, lenisce gli arrossamenti della pelle e le irritazioni.
L'olio di millefoglie invece è ottimo da spalmare sulle pelli con couperose.

Lozione anti forfora al rosmarino


La ricetta per una lozione naturale e facile da produrre contro la forfora:

Si fa macerare una manciata di rosmarino fresco in mezzo litro di acquavite per 15 giorni in un recipiente di vetro ben chiuso.
Dopo aver filtrato, si travasa il liquido in un flacone scuro e ermetico.
Questa lozione, se usata ogni giorno frizionando il cuoio capelluto, combatte la forfora.

Millefoglie antidepressivo naturale


Il millefoglio, o millefoglie, o achillea, è una pianta molto comune con piccoli fiori bianchi.
Ha proprietà di tonico ed eccitante, rimedio alla depressione e anche alla dispepsia.

Se ne fa l'infuso, con 20 grammi di fiori e foglie in 1000 grammi di acqua. Va bevuto a tazzine, addolcito, durante la giornata.

Bagni fortificanti al rosmarino e digestivo


Il rosmarino anticamente aveva moltissimi usi, il primo per intrecciare corone insieme a mirto e alloro, poi come ingrediente principale nella profumeria, e anche certamente nell'uso terapeutico.

Un buon rimedio efficace contro la stanchezza e la fatica sono i noti bagni fortificanti: si fanno bollire una decina di rami di rosmarino in 2 litri di acqua, e questa si agiunge poi all'acqua del bagno.

Come antidepressivo e digestivo invece si mette un cucchiaino da caffè di fiori di rosmarino in infusione in 1 litro di acqua bollita ma non bollente e si lascia riposare per mezz'ora.
Si prende una tazza ogni 2-3 ore.
Come digestivo si può fare come un tè normale.

Potete coltivare il rosmarino in giardino o in vaso: cresce meglio se a ridosso di un muro in un luogo molto esposto al sole. Si semina tra aprile e maggio, ma si può avere disponibile per tutto l'anno.

Metodo naturale per raffreddore, catarro, tosse


Un altro rimedio per raffreddore tosse e catarro è con l'infuso o sciroppo di papavero rosso (detto anche rosolaccio).
Già si era parlato della marmellata di papavero, per le stesse indicazioni.

L'infuso si fa con 5 grammi di fiori in 250 grammi di acqua. Si beve a cucchiaiate.

Lo sciroppo si fa con 150 grammi di infuso, aggiungendo 200 grammi di zucchero e facendo bollire ancora. A cucchiai, sempre per tosse, catarro e raffreddore, e come sedativo.

Guarire l'influenza con il verbasco


Il tasso barbato (o il verbasco) nasce da una grossa rosetta di foglie ovali, e i fiori circondano un alto stelo. Raccogliete i suoi fiori appena aperti e, scartando il calice, metteteli a essiccare al sole coprendoli con fogli di carta bianca. Conservateli al riparo dalla luce in vasi di vetro.
In caso di influenza e raffreddore è molto utile l'infuso.

Tonico per la pelle con la camomilla


Un infuso, lasciando 2 grammi di fiori di camomilla romana in infusione per 10 minuti in una tazza di acqua bollente, dopo che si è raffreddato, può essere applicato sulla pelle con un batuffolo di cotone, con l'effetto di un tonico.

Arrossamenti e rughe intorno agli occhi


Il millefoglie è considerato un buon depuratore stagionale, ottimo quando si tratta di affezioni cutanee.
Per curare le palpebre arrossate e tutta la delicata parte intorno agli occhi, fa molto bene l'infuso di millefoglie passato con delle compresse di garza.
Ed è anche particolarmente utile, grazie alla sua azione astringente, a nascondere (temporaneamente) le rughe intorno agli occhi.

Forse non tutti sanno che...


Il legno di tiglio può essere anche trasformato in carbone vegetale, e sotto questa forma essere utilizzato come dentifricio o come medicina contro l'iperacidità gastrica.

Cura purificante per eczemi e tutto l' organismo


La dulcamara è una pianta dalle foglie di un verde carico, fiorisce con fiorellini a 5 petali violetti in giugno-luglio, e fruttifica in autunno con piccole bacche rosse.
Pianta preziosa già nel 500, quando le dame ne facevano impiastri per rendere candida la loro pelle.
Si raccoglie in autunno, prendendo i rami più vecchi e legnosi con la corteccia giallo-verdastra, che si fanno seccare e si chiudono in un contenitore ermetico.
Il decotto è purificante, risolve gli eczemi e il catarro cronico. Si prepara mettendo in un litro di acqua 20 grammi di ramoscelli di dulcamara tagliati in mezzo e poi per il lungo, si fanno bollire e si lasciano in infusione per 20 minuti. Se ne beve un bicchiere a digiuno e il resto durante la giornata.
Per chi soffre di catarro cronico o di eczema, ricorra a questo decotto in primavera e autunno e vedrà subito sparire la tossetta, vedrà rifunzionare i reni e oltretutto la pelle si farà liscia e chiara.
Dulcamara è il nome, e ci si accorgerà del fatto che il sapore è proprio quello, dolce e amaro insieme, non esattamente buono, e difficilmente contrastabile, ma questo è proprio l'unico inconveniente.

Tanti metodi naturali per usare il basilico


Tanto comune in cucina e tanto comodo da coltivare anche in vaso, il basilico ha molte proprietà note alla medicina popolare.

Contro vomito e dispepsia nervosa: bevete l'infuso, fatto con 10 grammi di foglie in un litro di acqua bollente.
Se ne fate gargarismi è utile per combattere le manifestazioni di angina tonsillare.

Per favorire la digestione, è ottima l'essenza di basilico, che si mette in 5-10 gocce su una zolletta di zucchero e si prende dopo i pasti.
Allo stesso scopo si possono mettere 3 grammi di basilico in una tazza di acqua bollente e assumere questa bevanda salutare e molto efficace in caso di digestioni difficili, languori di stomaco, vertigini o vomito.

Anche l'olio essenziale ha molte funzioni, tra cui l'uso con frizioni sulle parti affette da paresi legate a nevriti, oppure come cura preventiva alla caduta dei capelli.

Per il mal di testa di origine nervosa, si può polverizzare foglie di basilico e annusarle semplicemente.

E per un ottimo surrogato del tabacco da fiuto, si può creare questa combinazione di una parte di menta, una di cedronella e due di basilico, da ridurre bene in polvere.

Con il tarassaco o dente di leone, cosa si può fare

Il tarassaco, o dente di leone (o anche cicoria, o insalata matta), è un'erba molto diffusa e dalle notevoli proprietà lassative, depurative del sangue e diuretiche.
Si raccolgono le foglie e le radici in primavera e si fanno essiccare rapidamente.

Con il dente di leone, così diffuso, possiamo fare:

il decotto, si mettono 60 grammi di radici in un litro di acqua e si fanno bollire, oppure l'infuso, con 25 grammi di foglie in infusione in un litro di acqua bollente.
Entrambi sono potenti depurativi e stimolanti del fegato. Vanno presi per 15 giorni di seguito a bicchierini.

Sempre per sistemare le congestioni del fegato, si può estrarre il succo spremendo 100 grammi di radice fresca, si mischia con 20 grammi di alcool da liquori, 15 di glicerina e 20 di acqua. Va preso a cucchiai.

il succo della pianta intera, che preso con 2-3 cucchiaini da caffè per i bambini o 2-3 cucchiai da tavola per gli adulti, è depurativo, diuretico e digestivo.

il vino, prodotto facendo macerare 2 radici fresche in mezzo litro di vino bianco per 3 giorni, è utile in caso di febbre. Si assume in un bicchierino, e un altro un'ora più tardi.

i bagni alle mani e ai piedi, fatti con una manciata di tarassaco ogni litro d'acqua, utili per l'artrite e il ronzio alle orecchie.

i cataplasmi sono efficaci in caso di ulcere e malattie della pelle, fatti con foglie e fiori tritati.

e si può fare anche il caffè, tostando al forno le radici, raccolte in autunno e tagliate a fettine, poi macinate e usate al posto, o insieme, al caffè abituale.

è molto buono in cucina lessato e mangiato con olio e limone. E l'acqua di cottura non si butta, ma si può bere a bicchieri a digiuno.

Per chi soffre di emicrania


Chi soffre di emicrania può bere questo infuso caldo, in due volte: calmerà i fastidiosi dolori.
Un quarto di litro di acqua bollente, lasciarci in infusione 20 grammi di fiori di tiglio, coperto per 15 minuti .

Curare la sinusite e le infiammazioni della bocca con l' eucalipto


Si conosce bene l'eucalipto per le sue proprietà aromatiche, grazie all'olio essenziale, eucaliptolo, contenuto nelle foglie, di odore intenso simile alla canfora.
Per la cura delle vie respiratorie è noto per l'effetto balsamico, e infatti consigliamo a chi soffre di sinusite, di mettere 10 grammi di foglie secche in mezzo litro di acqua bollente e fare 3 suffumigi al giorno.
Per le infiammazioni della bocca invece giovano i gargarismi fatti con il decotto, preparato mettendo a bollire per 10 minuti 10 grammi di foglie secche di eucalipto in un quarto di litro di acqua. Lasciare raffreddare e poi filtrare. Fare i gargarismi e non inghiottire il liquido.
Per le infiammazioni della gola si usano le foglie dei rami adulti di eucalipto raccolte in autunno.
Prendere le foglie 15 gr. – 20 gr. metterle in infusione in ½ litro d’acqua bollente per 5 minuti.
Aggiungere anche 20 gr. di fiori di sambuco anche essiccati.
Filtrare e bere due volte al giorno.

Per l'asma bronchiale, fumare lo stramonio


Lo stramonio è una pianta erbacea con fusto liscio, cilindrico e ramoso, le foglie sono grandi e dentate irregolarmente.
Anche i fiori bianchi sono grandi, a forma di imbuto.
è utile in caso di asma, infatti, tutta la pianta, essiccata, può essere fumata in una comune pipetta come sedativo per l'asma bronchiale.
Si può mischiare anche foglie di salvia essiccate.

"Hai la faccia stanca", cancella le tracce di stanchezza


Le feste di fine anno possono sicuramente lasciare il segno sul viso, ombre, rughe... per non parlare del resto dell'anno.
Per restituire alla pelle la sua freschezza, fate un infuso con una manciata di foglie di timo in un litro di acqua bollente, e lasciatela per un bel po' in infusione. Applicate poi con compresse di cotone sul viso, cancellerà le tracce di stanchezza.

Conservare l'abbronzatura, un metodo alle erbe


Un metodo naturale per non fare andare via l'abbronzatura, ovvero per ritardarne la scomparsa, è quello di fare impacchi tiepidi, al mattino e alla sera, con un infuso di tè nero molto forte.
Asciugate poi molto bene la pelle e applicate una crema idratante.

Smorzare l'odore della cipolla


Dal momento che si parla spesso di cipolla nelle ricette, ecco un metodo che consente, nel momento in cui la usate in cucina, di ridurre l'unico inconveniente di questo ortaggio, ovvero il forte odore derivante dall'elevato contenuto di zolfo.
Basta lasciare le fette di cipolla a bagno per qualche minuto in acqua acidulata con limone.

"Pozione magica" contro la tosse


Miscelate 35 grammi di fichi secchi, 20 grammi di foglie di melissa, 15 grammi di fiori di centaurea, 15 grammi di salvia, 15 grammi di radice di liquirizia.
Fate bollire 10 grammi di questa miscela in 300 grammi di acqua per 10 minuti.
Bevetene 2 tazze al giorno lontano dai pasti, è una "pozione" per combattere la tosse.

Cancellare le occhiaie, rimedio popolare classico


Dopo una notte insonne vi sono rimaste due borse violacee sotto gli occhi.
Per cancellare le occhiaie c'è un classico rimedio di cosmesi popolare, ovvero tamponarle con compresse di cotone imbevute di infuso di tiglio, dalle note proprietà decongestionanti.
L'infuso si fa così: 2 pizzichi di fiori essiccati in una tazza di acqua bollente, si lascia intiepidire, si filtra ed è pronto all'uso.

Contro forfora e caduta dei capelli


Per combattere la formazione della forfora e la caduta dei capelli, e anche per attivarne la crescita, si fa macerare per 20 minuti una manciata di foglie di ortica in un quarto di litro di aceto caldo, poi si usa questa lozione per frizionare i capelli dopo lo shampoo.
Per chi vive in città si usi, invece delle foglie, le radici essiccate di ortica, facendone macerare una manciata in un litro di grappa, al sole per 15 giorni.

Schiarire le efelidi con l' erica


Fate un decotto con 5 pizzichi di fiori di erica in mezzo litro di acqua piovana o distillata, e passatelo sulle lentiggini, ha il potere di attenuarle.
Se abitate nell'Italia meridionale o nelle isole dove l'erica non cresce, sostituitela con l'asfodelo: pestate riducendo in polpa i tubercoli freschi e applicateli massaggiando leggermente.

 

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